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Guarire con l'aiuto dei cristalli

Pebbles on the Sand

IL MISTERIOSO POTERE DEI CRISTALLI

Il termine Cristalloterapia è diventato sempre più usato negli ultimi anni.
La scoperta che il mondo minerale, così come gli altri mondi che ci circondano, possiede una propria energia in grado di interagire col campo aurico degli esseri umani, ha prodotto una notevole risposta da parte di coloro che si occupano di terapie alternative.
Col passare degli anni, tuttavia, il termine è diventato sempre più impreciso e insufficiente a spiegare in modo chiaro l'attività che vuole descrivere.
In realtà la cristalloterapia ha vissuto al suo interno la stessa frattura che vive tutta la medicina e cioè: da un lato curare il sintomo, dall'altro curare la persona.
Curare il sintomo è sempre stato l'approccio della nostra medicina convenzionale, e questo ha causato indubbiamente una "forma mentis" nella maggior parte di noi occidentali. Tale forma mentis si è fatta valere anche quando discipline come l'agopuntura e l'omeopatia - che invece avevano come approccio il curare la persona - si sono andate via via affermando.
Abbiamo assistito allora a un lento stravolgimento dell'omeopatia che è diventata sempre più "sintomatica", fino al punto che oggi in farmacia per la maggior parte dei disturbi (sintomi) è disponibile anche un rimedio omeopatico. 
La maggior parte di noi, quindi, non accettando la malattia (non accettando cioè consapevolmente o più spesso inconsapevolmente le cause della stessa) pretende di ricevere un farmaco che ne faccia sparire i sintomi.
La cristalloterapia vive anch'essa questa dicotomia, da un lato la cristalloterapia sintomatica (silenziosa) e dall'altro la cristalloterapia "olistica" (verbale).
La rappresentante più importante della cristalloterapia olistica è senza dubbio Katrina Raphaell.
La sua scuola si basa infatti sullo studio delle pietre e dei cristalli in relazione al corpo energetico. Nei suoi libri non troviamo, se non come completamento del discorso spirituale, la relazione tra pietra e sintomo, ma la caratteristica a livello spirituale della stessa. Proprio per questo è fondamentale per Katrina che la terapia sia preceduta da una fase di rilassamento, che prepari la persona a entrare in contatto con l'energia dei cristalli. Durante il trattamento poi si viene continuamente stimolati a fare emergere quelle problematiche che sono alla radice di problemi fisici o di blocchi karmici.
Per me l'incontro con la scuola di Katrina Raphaell è nato in modo "casuale" durante un mio soggiorno a Santa Fe (New Mexico) per dei cicli di "terapia delle vite passate". Questa terapia mira a fare riaffiorare i traumi karmici che ci impediscono di evolvere
in questa incarnazione nel modo che vorremo. Chris Griscom, che ha teorizzato in modo a mio avviso brillante questo lavoro (vedi libro: Ecstasy is a new frequency), spiega molto chiaramente come il riaffiorare delle emozioni represse consenta di elaborare il karma negativo e in qualche modo di eliminarlo.
Si tratta quindi di lavorare sul nostro corpo energetico, pulendolo dalle tracce del passato che ci condizionano negativamente.
Il lavoro di Katrina Raphaell, sebbene non si rivolga specificamente alle vite passate, mira però allo stesso risultato, usando uno strumento diverso e molto potente: i cristalli.
Anche Katrina Raphaell cioè mira a ripulire il corpo emozionale e attraverso questa pulizia si arriva anche alla guarigione del livello fisico.
Per fare ciò è necessaria la verbalizzazione dell'emozione che viene vissuta nel momento del trattamento. Tale verbalizzazione consente infatti alla persona di proseguire e di non fermarsi a una situazione statica, come spesso avviene durante le meditazioni o durante i trattamenti silenziosi. La verbalizzazione aiuta inoltre il terapeuta a guidarela persona nel processo, facendo le domande che le consentano di accedere a quelle informazioni che spontaneamente non cercherebbe.
La necessità di lavorare sul corpo emozionale mi è diventata sempre più chiara grazie all'incontro avuto con le teorie della "Nuova Medicina" del dott. Hamer.
Secondo il dott. Hamer, tutte le malattie hanno, all'origine, un trauma emotivo o, come lo definisce, un conflitto. La sua pratica ha dimostrato che spesso il medico, anzichè asportare organi (nel caso di tumori) o somministrare quantità enormi di farmaci che cronicizzano la malattia, potrebbe intervenire sulla causa che l'ha prodotta e guarire definitivamente il paziente.
Questo approccio, sebbene molto rigoroso dal punto di vista medico, si scontra però con un problema oggettivo. I medici infatti, se volessero abbracciare questa nuova medicina, si troverebbero completamente spiazzati per due motivi essenziali: da un lato arriverebbero alla conclusione che molte delle cose che adesso accettano per vere sono invece false; dall'altro lato, una volta superato questo primo ostacolo già difficilissimo, si troverebbero a non sapere cosa dire ai pazienti. La nuova medicina infatti deve curare la persona, non il sintomo, ma il medico non sa come fare, curare conflitti psicologici non rientra nel suo bagaglio di conoscenze.
E' a questo livello però che il lavoro del medico e il lavoro del terapeuta olistico si dovranno intrecciare. Il medico in questa visione dovrà diagnosticare il conflitto subito dal paziente e individuare i potenziali rischi dello stesso anche in un decorso positivo, cioè in caso di risoluzione del conflitto. Il terapeuta potrà essere un valido supporto, occupandosi di aiutare il paziente a risolvere il suo conflitto con un lavoro eseguito a livello di corpo emozionale.
L'approccio sintomatico della cristalloterapia appare invece in questo contesto inadeguato perché rappresenta un approccio alternativo alla medicina tradizionale ma sempre nella stessa ottica, cioè curare il sintomo. Con questo non voglio dire che la cristalloterapia sintomatica non guarisca, può benissimo farlo perché l'energia dei cristalli può far sì che si avvii un processo di auto-guarigione, però più difficilmente ci può aiutare a diventare consapevoli dell' origine di un determinato trauma emotivo. Evidentemente solo la coscienza di ciò ci può aiutare a fare si che il trauma sia definitivamente superato, che non diventi, cioè, un evento ciclico.

Marco Serravalle

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